giovedì 14 aprile 2011

TAR del Lazio... la riflessione di Alessandro

Più che della condizione di procedibilità tout court (già stata più volte dichiarata compatibile dalla Corte Cost con il dirittodi difesa), dall'ordinanza emessa (scritta, peraltro, in giuridichese strettissimo), sembra che il Tar si preoccupi degli organismi dotati di "serietà ed efficienza",avanti ai quali va esperito il tentativo obbligatorio.
Troppo poco - la serietà ed efficienza - per una funzione che è, di fatto, pre- e/o para-processuale (titolo esecutivo, art. 13 dlgs 28, art. 116 cpc, ecc...).
A questo punto, o la Corte dice che va bene così (in effetti il Regolamento 180 completa di molto la qualificazione degli organismi) o qualcosa cambierà, penso soprattutto a livello di organismi privatistici e/o di qualifiche formative. Ma non sembra possibile che si torni indietro, anche con la mediazione "obbligatoria".
Strano, invece, che non si sia detto niente delle tariffe, forse il punto un po' più a rischio, perché ogni volta che la Corte si è pronunciata sul tentativo obbligatorio (ad es: in materia di lavoro), è sempre uscita dicendo che l'onere era indifferente per il cittadino. Nel caso del dlgs 28,forse non è così indifferente.
E nel raffronto fra difesa stragiudiziale e giudiziale qui forse ci si avventura su un terreno un po' scosceso. Per farla breve, se per ogni processo della durata di dieci anni un avvocato incassasse 45.000 euro,sarebbe un nababbo. Forse è colpa di quegli avvocati che hanno abituato i clienti in un certo modo (che, cioè, le tabelle forensi sarebbe meglio fossero applicate in maniera molto elastica), sarà la concorrenza, sarà la crisi, ma dal mio punto di vista credo che le cose stiano in maniera completamente diversa.
Anzi, mi sono accorto che, da un certo punto in poi, il giudizio civile medio diventa una perdita secca per l'avvocato (a meno che non si concluda con una vittoria schiacciante, laddove salvi davvero il lavoro di 10 anni).

( Alessandro )

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